Invalidità ed Accompagnamento: come e quando procedere

by Redazione

La legislazione italiana tutela le persone affette da minorazioni fisiche o psichiche riconoscendo, a determinate condizioni, il diritto a ottenere benefici economici e assistenziali. Il riconoscimento dell’invalidità civile e dell’indennità di accompagnamento è uno strumento fondamentale per garantire supporto socio-sanitario a chi vede compromessa, in modo permanente o progressivo, la propria capacità lavorativa o le proprie funzioni quotidiane.

Per poter accedere ai benefici previsti, è necessario intraprendere un iter amministrativo preciso, che include la presentazione della domanda, la valutazione medica e, ove necessario, l’eventuale ricorso giurisdizionale. Una conoscenza approfondita dei requisiti, delle modalità operative e delle tempistiche è essenziale per ottenere con successo il riconoscimento dell’invalidità e il godimento dei relativi diritti. La procedura, seppur pensata per essere accessibile, presenta complessità tecniche che richiedono attenzione nella gestione della documentazione e nel rispetto dei termini di legge.

Cosa è l’invalidità

L’invalidità consiste nel riconoscimento formale di una condizione di minorazione fisica o psichica che limita, in modo permanente o duraturo, la capacità lavorativa o le funzioni proprie dell’età. Chi ottiene il riconoscimento dell’invalidità può accedere a prestazioni economiche, agevolazioni sanitarie e altre misure di sostegno previste dalla normativa vigente. L’invalidità civile si distingue da altre forme di invalidità (come quella derivante da infortunio sul lavoro o causa di guerra) e riguarda menomazioni non riconducibili a cause lavorative o di servizio. Il riconoscimento avviene attraverso una procedura amministrativa che culmina nell’attribuzione di una percentuale di invalidità, sulla base della quale viene valutato il diritto ai benefici. L’invalidità rappresenta una tutela fondamentale per garantire dignità e assistenza alle persone più fragili, fornendo un aiuto concreto nell’affrontare le difficoltà quotidiane.

Chi può richiedere l’invalidità

La possibilità di richiedere il riconoscimento dell’invalidità civile è riservata a specifiche categorie di persone. Possono presentare domanda i cittadini italiani residenti in Italia, i cittadini di uno Stato membro dell’Unione Europea con residenza sul territorio nazionale, e i cittadini extracomunitari o apolidi in possesso della carta di soggiorno. È fondamentale che il richiedente sia regolarmente residente in Italia al momento della domanda. La normativa include anche i familiari di cittadini extracomunitari iscritti nella carta di soggiorno. L’accesso alle prestazioni non è quindi limitato alla cittadinanza italiana, ma esteso a chi, pur provenendo da altri Paesi, abbia un rapporto stabile di residenza con il territorio italiano. Questo principio garantisce l’universalità del diritto all’assistenza, indipendentemente dalla nazionalità, purché sussistano le condizioni previste dalla legge.

Requisiti sanitari necessari

Per ottenere il riconoscimento dell’invalidità, è necessario dimostrare l’esistenza di minorazioni fisiche o psichiche di carattere permanente, che limitino la capacità lavorativa o lo svolgimento delle funzioni quotidiane. Si considerano invalidi civili i cittadini tra i 18 e i 65 anni con una riduzione della capacità lavorativa non inferiore a un terzo, i minori con difficoltà persistenti nello svolgimento delle attività proprie della loro età e gli ultra sessantacinquenni con problemi funzionali. Norme specifiche disciplinano particolari categorie come i ciechi civili e i sordomuti, ai quali vengono riconosciuti benefici aggiuntivi. Per ogni categoria, la normativa prevede definizioni dettagliate che stabiliscono chi può accedere alle prestazioni assistenziali, in base alla natura e alla gravità della minorazione.

La valutazione della percentuale di invalidità

La valutazione della percentuale di invalidità si basa su criteri medici standardizzati. Le percentuali di invalidità vengono determinate facendo riferimento alle tabelle allegate al Decreto Ministeriale della Sanità del 5 febbraio 1992, che associano a ogni menomazione specifica una determinata percentuale di riduzione della capacità lavorativa. La commissione medica incaricata effettua un esame clinico e valuta l’impatto complessivo delle patologie dichiarate sulla vita quotidiana e sulla possibilità di svolgere attività lavorative. In base alla percentuale riconosciuta, il richiedente può accedere a diversi tipi di benefici, come l’iscrizione alle liste speciali di collocamento, l’esenzione dal ticket sanitario, assegni mensili o pensioni di invalidità. L’attribuzione corretta della percentuale è quindi fondamentale per stabilire il diritto e l’entità delle prestazioni erogabili.

Altri requisiti

Oltre alla condizione sanitaria, la legge prevede ulteriori requisiti per l’ottenimento delle prestazioni economiche. Il requisito reddituale è essenziale: per molte prestazioni, l’invalido deve dimostrare di non superare specifici limiti di reddito annuo, verificati dall’INPS tramite autocertificazione annuale. Non tutte le indennità dipendono dal reddito: ad esempio, l’indennità di accompagnamento, quella per i ciechi assoluti e per i sordomuti non sono vincolate a limiti reddituali. Il requisito di età è anch’esso determinante: superati i 65 anni e 7 mesi, l’invalido ha diritto all’assegno sociale, se ne possiede i requisiti. Per chi ha un’invalidità parziale (74%-99%), è richiesto anche il requisito di incollocamento al lavoro. Inoltre, per ricevere l’indennità di accompagnamento, è necessario non essere ricoverati a carico totale dello Stato.

La domanda di invalidità e accompagnamento

La domanda di riconoscimento dell’invalidità civile e dell’indennità di accompagnamento deve essere presentata telematicamente all’INPS, attraverso il PIN personale o tramite gli Enti di Patronato. È indispensabile allegare il certificato medico che attesti la patologia invalidante (modello S3) e ogni altra documentazione sanitaria utile a supportare la richiesta. In caso di condizioni particolarmente gravi, può essere richiesta la visita domiciliare, che deve essere documentata nella domanda. La compilazione corretta della documentazione medica e la presentazione completa degli allegati sono fondamentali per facilitare il procedimento di valutazione e ridurre i tempi di attesa.

L’accertamento dell’invalidità

Dopo la presentazione della domanda, la Commissione medica della A.S.L. fissa la visita medica entro un termine massimo di 9 mesi. Se la Commissione non provvede entro questo termine, il richiedente può rivolgersi al Tribunale. Durante la visita, il richiedente può farsi assistere da un medico di fiducia. La Commissione redige il verbale, indicando la percentuale di invalidità riconosciuta. Attualmente, il verbale è trasmesso direttamente dall’INPS all’interessato, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno. Sul verbale vengono specificati anche eventuali benefici economici o assistenziali riconosciuti in conseguenza della valutazione sanitaria effettuata.

Ricorso invalidità e accompagnamento

Se la domanda di invalidità o accompagnamento viene respinta, è possibile proporre ricorso al giudice ordinario tramite l’assistenza obbligatoria di un avvocato. Il ricorso può essere presentato anche in caso di silenzio della Pubblica Amministrazione, trascorsi 180 giorni senza decisione. Il termine e le modalità di proposizione del ricorso seguono regole processuali precise, ed è fondamentale agire tempestivamente per tutelare i propri diritti. L’avvio del contenzioso giudiziario consente di ottenere un nuovo esame della situazione sanitaria da parte di un consulente tecnico nominato dal Tribunale (CTU), che potrà confermare o ribaltare la valutazione della Commissione medica A.S.L. Il supporto di un avvocato esperto in materia previdenziale è essenziale per aumentare le possibilità di successo.

La domanda di aggravamento

In caso di peggioramento delle condizioni di salute, l’invalido può presentare una domanda di aggravamento. Questo consente di ottenere una nuova valutazione sanitaria e un possibile aumento della percentuale di invalidità riconosciuta. La procedura prevede la presentazione di una nuova domanda, corredata da documentazione medica aggiornata, che giustifichi la richiesta di revisione. Anche in questo caso, la domanda si inoltra telematicamente all’INPS. Una nuova visita medica sarà fissata per accertare l’effettivo aggravamento delle condizioni. Se riconosciuto, l’aggravamento può comportare l’accesso a benefici economici superiori o a nuove prestazioni assistenziali.

La concessione dei benefici economici

Una volta riconosciuta l’invalidità civile, l’INPS provvede all’erogazione dei benefici economici, previa verifica dei requisiti amministrativi. I moduli per le autodichiarazioni necessarie (come i modelli AP70) vengono inviati agli interessati o predisposti dai patronati. Tra i principali benefici economici riconosciuti figurano l’assegno mensile per invalidità parziale, la pensione di inabilità, l’indennità di accompagnamento e l’esenzione ticket sanitario. L’INPS controlla la sussistenza dei requisiti reddituali e amministrativi prima di procedere alla liquidazione. Il riconoscimento dei benefici può avere effetti importanti anche sull’inserimento lavorativo e sulla possibilità di accesso ad altri strumenti di assistenza sociale.

Il pagamento delle provvidenze

Il pagamento dei benefici economici avviene tramite accredito su conto corrente bancario o postale, oppure, meno frequentemente, allo sportello postale. Dopo il riconoscimento del diritto, l’INPS ha 180 giorni per completare le procedure di liquidazione delle prestazioni. Se il pagamento è ritardato, maturano interessi legali a favore dell’invalido. È importante verificare periodicamente la correttezza delle informazioni comunicate all’INPS (dati bancari, domicilio, ecc.) per evitare disguidi nei pagamenti. Il rispetto delle tempistiche previste dalla normativa tutela il diritto dell’invalido ad ottenere senza ingiustificati ritardi quanto gli spetta di diritto.

Autodichiarazioni annuali

Per continuare a percepire i benefici economici, i titolari delle prestazioni devono inviare annualmente le autodichiarazioni richieste dall’INPS. In particolare:

  • Chi percepisce l’indennità di accompagnamento deve autocertificare l’assenza di ricovero a carico totale della finanza pubblica.

  • Chi percepisce l’assegno mensile per invalidità parziale deve autocertificare la permanenza dell’iscrizione alle liste di collocamento speciale.
    La mancata presentazione delle autodichiarazioni può comportare la sospensione o la revoca dei benefici. Le autodichiarazioni sono uno strumento di controllo necessario per garantire che le prestazioni continuino ad essere erogate solo a chi ne mantiene i requisiti.

Diritti degli eredi

Le prestazioni di invalidità civile non sono reversibili agli eredi. Tuttavia, gli eredi possono richiedere il pagamento dei ratei maturati e non riscossi fino alla data del decesso dell’invalido. È necessario presentare domanda all’INPS allegando la documentazione che attesti il decesso e il diritto alla riscossione (certificato di morte, dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà sugli eredi legittimi, ecc.). I diritti degli eredi si limitano esclusivamente al credito maturato dall’invalido civile e non ancora riscosso alla data della morte. La richiesta deve essere effettuata entro i termini di prescrizione previsti dalla legge.

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