Guida pratica ai BOT e ai BTP: rendimenti, rischi e vantaggi

by Chiara

L’investimento in titoli di Stato italiani rappresenta da decenni una delle forme di impiego del risparmio più scelte dai cittadini, soprattutto in periodi di incertezza economica o di volatilità dei mercati finanziari. I BOT (Buoni Ordinari del Tesoro) e i BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) sono strumenti emessi direttamente dallo Stato italiano per finanziare il debito pubblico, offrendo in cambio ai sottoscrittori una remunerazione commisurata alla durata e alle condizioni di mercato. La loro popolarità deriva dall’elevato livello di affidabilità percepito, dalla semplicità di funzionamento e da una tassazione agevolata rispetto ad altre forme di investimento.

Nel contesto attuale, caratterizzato da tassi d’interesse in evoluzione e da un rinnovato interesse per gli strumenti a reddito fisso, comprendere a fondo le caratteristiche dei titoli di Stato diventa fondamentale per pianificare con consapevolezza la propria strategia di investimento. Questa guida offre una panoramica chiara e aggiornata su BOT e BTP, analizzando il loro funzionamento, i vantaggi e i rischi associati, nonché i principali criteri di scelta in base agli obiettivi finanziari individuali e alla durata dell’investimento.

Inoltre, per chi desidera un confronto dettagliato tra le due principali tipologie di titoli, è disponibile un approfondimento dedicato alla differenza tra BOT e BTP, utile per orientarsi tra le caratteristiche operative, le modalità di rendimento e le strategie più adatte alle diverse esigenze di risparmio.

Cosa sono i BOT e i BTP

I BOT (Buoni Ordinari del Tesoro) sono titoli di Stato a breve termine (fino a 12 mesi) emessi senza cedola e collocati sotto la pari: il rendimento deriva dallo scarto di emissione tra prezzo di acquisto e valore di rimborso a 100. I BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) sono titoli a medio-lungo termine (da 3 a 30 anni, con varianti come BTP Italia e BTP Valore) che pagano cedole periodiche fisse o indicizzate; il rendimento complessivo combina cedola e prezzo di acquisto/vendita.

Come funziona il rendimento

Per i BOT, il rendimento è legato alla durata (pochi mesi) e al prezzo di aggiudicazione in asta: nessuna cedola, solo guadagno in conto capitale a scadenza.
Per i BTP, il rendimento dipende da: tasso cedolare, prezzo di mercato (che può essere sopra o sotto la pari) e orizzonte temporale. La duration è maggiore rispetto ai BOT e amplifica la sensibilità ai tassi d’interesse.

Principali rischi da considerare

Tra i principali rischi legati all’investimento in titoli di Stato, il rischio tasso è certamente il più rilevante, soprattutto per chi sceglie i BTP. Si tratta del rischio che i prezzi dei titoli scendano a seguito di un aumento dei tassi d’interesse di mercato. Poiché i BTP hanno una durata medio-lunga, sono particolarmente sensibili a queste variazioni: un rialzo dei tassi può ridurre significativamente il valore del titolo se venduto prima della scadenza. I BOT, invece, avendo una scadenza breve, risentono in misura minore di tali oscillazioni e offrono quindi maggiore stabilità nel breve periodo.

Un altro fattore da considerare è il rischio inflazione, ovvero la perdita di potere d’acquisto del denaro investito. Se l’inflazione aumenta oltre il rendimento nominale del titolo, il guadagno reale si riduce. Tuttavia, questo rischio può essere mitigato scegliendo strumenti indicizzati all’inflazione, come i BTP Italia, che adeguano il valore delle cedole e del capitale all’andamento dei prezzi al consumo, garantendo una protezione parziale contro l’erosione monetaria.

Accanto a questi, è importante valutare il rischio liquidità, che rappresenta la possibilità di non riuscire a vendere facilmente un titolo prima della scadenza senza incorrere in perdite. In condizioni di mercato normali, i titoli di Stato italiani sono molto liquidi e scambiati quotidianamente, ma in fasi di tensione finanziaria o instabilità economica il prezzo può scendere, generando minusvalenze per chi necessita di disinvestire rapidamente.

Infine, vi è il rischio emittente, ossia il rischio che lo Stato non sia in grado di onorare i propri impegni di pagamento. Pur essendo un’ipotesi remota nel caso italiano, trattandosi di un Paese con una lunga storia di solvibilità e mercati efficienti, questo rischio non può essere escluso del tutto, come accade per qualsiasi strumento obbligazionario.

Vantaggi per il risparmiatore

Investire in BOT e BTP offre numerosi vantaggi, a cominciare dalla trasparenza. Questi strumenti hanno un meccanismo di funzionamento chiaro e facilmente comprensibile: i BTP prevedono cedole fisse o variabili note fin dal momento della sottoscrizione, mentre i BOT garantiscono un rendimento determinato dallo scarto di emissione. Tale semplicità consente anche agli investitori meno esperti di orientarsi con sicurezza.

Un ulteriore punto di forza è la diversificazione. I titoli di Stato rappresentano una componente difensiva del portafoglio, utile per bilanciare la presenza di azioni o strumenti più volatili. Inserirli nella propria strategia d’investimento aiuta a ridurre la variabilità complessiva dei rendimenti, migliorando la stabilità nel tempo.

Un altro vantaggio è la liquidità: i titoli di Stato sono negoziabili quotidianamente sul mercato secondario, offrendo la possibilità di disinvestire in qualsiasi momento, anche se con l’attenzione dovuta alle condizioni di mercato. Infine, la tassazione agevolata costituisce un elemento di forte attrattiva: su cedole e plusvalenze si applica un’imposta sostitutiva del 12,5%, inferiore rispetto al 26% previsto per molti altri strumenti finanziari.

BOT o BTP? Criteri di scelta

La scelta tra BOT e BTP dipende innanzitutto dall’orizzonte temporale dell’investimento. Chi necessita di liquidità a breve termine può preferire i BOT, che offrono scadenze fino a un anno e un rischio più contenuto. Al contrario, per chi mira a rendimenti più stabili nel tempo e desidera ricevere cedole periodiche, i BTP risultano più indicati, grazie alle loro durate più lunghe.

Un altro elemento decisivo è la tolleranza al rischio. I BTP, per la loro maggiore durata, sono più sensibili alle variazioni dei tassi d’interesse, mentre i BOT mantengono una volatilità inferiore. Anche le aspettative sull’inflazione influenzano la scelta: strumenti come i BTP Italia permettono di proteggere il potere d’acquisto del capitale investito. Infine, chi desidera entrate periodiche può preferire i BTP, che offrono cedole semestrali, a differenza dei BOT, privi di flussi regolari ma più adatti alla gestione di riserve di liquidità.

Tassazione e costi

Dal punto di vista fiscale, i titoli di Stato italiani godono di una tassazione agevolata pari al 12,5% sui proventi, un vantaggio competitivo rispetto ad altri strumenti d’investimento. Tale imposta si applica sia sugli interessi che sulle plusvalenze, rendendo i BOT e i BTP particolarmente convenienti per chi punta a una gestione efficiente della fiscalità del proprio portafoglio.

È tuttavia importante considerare anche i costi operativi. Le banche e gli intermediari finanziari possono applicare commissioni di acquisto e vendita, oltre al differenziale di prezzo tra domanda e offerta (spread denaro-lettera) nel mercato secondario. Prima di procedere all’acquisto, è consigliabile confrontare le condizioni economiche dei diversi operatori per evitare oneri eccessivi che potrebbero ridurre il rendimento effettivo.

Come acquistare: asta e mercato secondario

L’acquisto dei BOT e dei BTP può avvenire in due modi. Il primo è la partecipazione alle aste del Tesoro, che si svolgono periodicamente e permettono agli investitori di sottoscrivere i titoli alle condizioni di emissione. Questa modalità è accessibile tramite banche, intermediari abilitati o piattaforme online, e garantisce la possibilità di acquistare direttamente alla fonte, senza passare dal mercato.

In alternativa, è possibile operare sul mercato secondario, dove i titoli vengono scambiati quotidianamente tra investitori. Questa soluzione consente maggiore flessibilità, ma implica anche l’accettazione della volatilità dei prezzi, che possono variare rispetto al valore nominale a seconda dell’andamento dei tassi d’interesse e delle condizioni economiche generali.

Strategie pratiche

Tra le strategie più utilizzate dagli investitori vi è la scalettatura delle scadenze, o laddering, che consiste nel creare un portafoglio di BOT e BTP con durate diverse. Questo approccio riduce l’esposizione al rischio di variazione dei tassi e assicura una costante disponibilità di capitale, man mano che i titoli giungono a scadenza.

Un’altra tecnica efficace è il ribilanciamento periodico, che prevede l’adeguamento del peso dei titoli di Stato all’interno del portafoglio in base ai mutamenti dei tassi, delle condizioni di mercato e degli obiettivi personali. In alternativa, si può adottare l’approccio core-satellite, utilizzando i BTP come componente principale e difensiva del portafoglio, e i BOT come riserva di liquidità per cogliere opportunità tattiche di breve periodo.

Errori comuni da evitare

Tra gli errori più frequenti, uno dei principali è quello di investire solo in base al rendimento lordo, senza valutare la duration, la tassazione e il rischio effettivo dello strumento. Questa superficialità può portare a scelte non coerenti con le proprie esigenze e obiettivi finanziari.

Un altro errore comune è la vendita anticipata dei titoli in periodi di volatilità, spesso dettata da reazioni emotive. Uscire dal mercato prima della scadenza può generare perdite anche significative, soprattutto nei momenti di rialzo dei tassi. Infine, trascurare la diversificazione è un rischio da evitare: concentrare tutto il capitale su una singola scadenza o tipologia di titolo riduce la stabilità complessiva del portafoglio e aumenta l’esposizione a fattori imprevisti.

You may also like

La tua guida affidabile su economia, lavoro, legge e formazione. Approfondimenti per affrontare con sicurezza il mondo professionale.

@2025 – ilmiodiritto.it – Tutti i diritti riservati